Alla fine degli anni Settanta ho incominciato a dipingere per la necessità di esprimere il mio mondo interiore attraverso forme colorate.
Mentre mi dedicavo alla mia pittura informale, vedevo affiorare dei profili e subito li cancellavo ; autodidatta, non mi sentivo adeguata a rappresentare la figura umana.
In quegli anni si sono rivelati importanti per il mio percorso almeno tre aspetti : una formazione letteraria che mi ha permesso di approfondire l’ambito poetico del Novecento inglese e francese, il lavoro nella scuola, svolto insieme a tante generazioni di giovani, i viaggi nei colori del mondo, in particolare, alcuni paesi asiatici.
Dentro a tutto questo si è sviluppata una visione della pittura molto libera e personale, con poche frequentazioni artistiche, motivate anche da un carattere introverso e solitario.
I primi lavori che ho realizzato sono stati dei collages di memoria surrealista,con citazioni di frammenti poetici del Novecento. Sulle tele ad olio ho ricercato, attraverso delicati impasti di colore, i miei paesaggi interiori.
Per un decennio la mia ricerca si è interrotta, poi, con i cambiamenti positivi della mia vita, si è riaccesa la voglia di dipingere ed è cresciuta la necessità di migliorare e di confrontarmi.
Frequentando l’Accademia Rufa e La Scuola Romana, ho avuto la fortuna di incontrare due Maestri (Tullio De Franco e Rosario Naimoli) che mi hanno aiutata a continuare il mio percorso, accettando le mie forme colorate, l’asprezza della materia pittorica, le mie composizioni per niente rigorose, gli sguardi che popolano le mie tele.
Nella maturità si è presentata, a sorpresa, un’altra forma di creatività, dove la
“joie de vivre” , diversamente dai dipinti, è più palpabile.
In alcuni materiali di recupero ho riconosciuto i colori delle mie tele,cercato degli accostamenti cromatici, imparato l’uso della fresa per levigare i corpi di piccoli oggetti.
Un minuzioso lavoro di assemblaggio con l’applicazione di colle invisibili e poi il piacere di vedere le mie composizioni sospese nelle trasparenze del perspex.
Mentre i miei lavori sono in corso, la scrittura chiede un suo spazio : i quadri vogliono un commento, i piccoli oggetti, alla ricerca di un’identità, decidono i loro nomi.
Due aspetti complementari si fondono in tutta la produzione: sono i colori e la scrittura, che non sono mai usciti dalla mia vita e che continuano ad accompagnarla e a renderla più serena.
Pia Broggio
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